Sceneggiatura: Todd Komarnicki
Regia: Clint Eastwood
Cast: Tom Hanks, Aaron Eckhart, Laura Linney, Anna Gunn.
Anno: 2016
Sully è un film che racconta la storia, realmente accaduta, dello spettacolare ammaraggio d’emergenza di un Airbus nel fiume Hudson, nel cuore di New York, avvenuto il 15 gennaio 2009; si salvarono tutte le 155 persone a bordo. Il pilota Chesley Sullenberger – Sully – aveva 65 anni e 40 anni d’esperienza, il copilota Skiles aveva 49 anni e per fare esperienza, fece lui il decollo. Andò tutto bene per alcuni minuti, poi ci fu un bird strike ovvero un impatto con uno stormo di uccelli. Entrambi i motori smisero di funzionare e l’aereo iniziò a perdere quota.
Subito dopo l’impatto con gli uccelli Sully perse il controllo dell’aereo e dopo alcuni scambi con la torre di controllo decise di ammarare sul fiume, ritenendola la sola scelta possibile, escludendo di tornare indietro verso l’aeroporto LaGuardia o un altro aeroporto altrettanto vicino. Alcuni battelli assistettero al disastro e andarono subito verso l’aereo che imbarcava acqua, furono immediatamente avviate le operazioni di salvataggio e tutte le persone a bordo furono portate in salvo. Il film narra delle indagini che vennero compiute dalla NTSB, l’agenzia statunitense che indaga su incidenti di treni, navi e aerei. Secondo Sully avrebbe rischiato di andare contro delle case o di non riuscire ad arrivare alla pista d’atterraggio di uno dei due aeroporti più vicini, la NSTB indagò per capire se era vero.
Questo aspetto del film è stato oggetto di critiche, ma in questa sede l’aspetto storico è poco rilevante.
L’aspetto psicologico più interessante ritengo sia la dinamica della gestione delle emozioni durante il volo, ma anche durante l’inchiesta. Possiamo pensare alla storia di Sully come una metafora di certi momenti drammatici della vita che ogni persona può attraversare.
Durante una passeggiata notturna di Sully lo spettatore può vedere l’immagine del regista Clint Eastwood in un cartellone pubblicitario della città di New York. Anche Alfred Hitchcock amava comparire per un attimo nei suoi film. “Uccelli” fu proprio il film di Hitchcock che narra l’attacco mortale di stormi di uccelli. Proviamo a pensare alle emozioni violente come stormi di uccelli che danneggiano il motore della nostra mentre. Occorre prendere come esempio Sully e fare appello a tutte le risorse in campo per poter gestire le emozioni senza esserne sopraffatti. Sully chiede al suo copilota di prendere il libro delle istruzioni per essere aiutato e sostenuto nella gestione dei comandi in un momento di emergenza. Anche noi in situazioni emotive drammatiche possiamo fare appello al nostro copilota ovvero a quella capacità della mente di astrarsi dalle angosce e concentrarsi sul singolo comportamento o emozione. Talvolta una persona cara può fungere da copilota, un partner, un genitore o un caro amico. Anziché essere invasi da tsunami di angoscia, la mente gestisce quote minori di terrore e rimane uno spazio per il pensiero. Sully rimane in contatto con le sue sensazioni, si fida di ciò che sente, proprio questi stati d’animo gli permettono di valutare l’ipotesi dell’ammaraggio come la migliore possibile.
Certo il robot del simulatore di volo sarebbe riuscito ad atterrare ad uno degli aeroporti più vicini, avrebbe depurato la situazione da ogni componente emotiva potendo così rispondere più rapidamente, risparmiando tempo prezioso e privo di emozioni sarebbe riuscito a compiere una manovra perfetta. La variabile umana sono proprio le emozioni che impediscono una risposta meccanica. Sully si trovava per la prima volta in volo con entrambi i motori in avaria! Sully ha cercato le “risorse umane” disponibili che permettessero la gestione delle emozione: la complicità del copilota, il sostegno del personale di bordo, la collaborazione dei passeggeri ed infine l’aiuto dei soccorsi. Il film narra del lavoro della mente di Sully per poter svolgere questo impegnativo lavoro. Sully compie dei flashback delle sue 20.000 ore di volo, le prime da ragazzo insieme al suo istruttore e poi negli anni della guerra. Nei momenti tragici della vita occorre, come Sully, potersi fidare ed affidare a quelle parti interne che sostengono lo sviluppo della personalità, ed è altrettanto importante recuperare le relazioni che ciascuno è stato in grado di costruire e che contribuiscono a reggere l’impatto emotivo dei momenti drammatici della vita.