PERCHE’ RIVOLGERSI AD UNO PSICOTERAPEUTA SENIOR PER LA PROPRIA FORMAZIONE
La formazione dello psicologo e dello psicoterapeuta può sostanzialmente essere suddivisa in due grandi categorie:
1. LA FORMAZIONE RICHIESTA
Per formazione richiesta possiamo intendere quella preparazione indispensabile e disciplinata dalla legge obbligatoria per poter svolgere la professione di psicologo. Il percorso indicato dalla legislazione è abbastanza chiaro: occorre conseguire la laurea (triennale/specialistica) in psicologia, iscriversi all’ordine e continuare con la formazione permanente (ECM) obbligatoria. Nel caso lo psicologo aspiri alla professione di psicoterapeuta è richiesta per l’abilitazione la frequenza ad una scuola di specializzazione pubblica o privata.
2. LA FORMAZIONE NECESSARIA
Per formazione necessaria possiamo intendere quella preparazione non regolamentata dalla legge, ma necessaria per riuscire ad inserirsi nel mercato del lavoro con competenza e professionalità. La formazione richiesta spesso non è sufficiente o adeguata a quella necessaria per riuscire a svolgere la professione.
Gli ambiti nei quali esiste il bisogno di competenze psicologiche sono numerosi (lavoro/marketing, clinica, ricerca, sociale), ma la società fa ancora fatica a riconoscere la psicologia come qualcosa di necessario. In questo contesto diventa indispensabile che lo psicologo appena laureato individui la propria area di interesse per poterla sviluppare o approfondire e contemporaneamente verifichi le richieste del mercato del lavoro nell’area scelta.
É un percorso professionale che si intreccia con quello personale. Occorrono le competenze e conoscenze non solo delle opportunità che offre il mondo del lavoro, delle ampie e varie proposte formative in ambito psicologico, ma soprattutto è fondamentale una buona consapevolezza del proprio mondo interno (bisogni, emozioni, ricordi e fantasie).
Proprio la psicologia ci insegna che questi due mondi, esterno e interno, sono indissolubilmente legati l’uno all’altro: di fatto ciò che provo influenza ciò che trovo, e viceversa. Per esempio, se quello che provo è sempre paura, il mio sarà un mondo costellato di pericoli; se il mondo mi sembra sempre pericoloso, la paura sarà la mia compagna di vita. La realtà è costruita, momento per momento, da questo intreccio.
PERCHÉ LO PSICOLOGO SCEGLIE PER SÉ LA PSICOTERAPIA PSICOANALITICA
Risulta evidente, soprattutto per lo psicologo, l’importanza della psicoterapia personale, utile a promuovere un fruttuoso intreccio tra mondo esterno e mondo interno. Nel caso dello psicoterapeuta il momento di cura della propria mente è ineludibile, come atto di responsabilità anche verso i futuri pazienti che di un buon funzionamento di questa chiederanno giustamente conto.
Diversi studi scientifici dimostrano l’efficacia della psicoterapia psicoanalitica, qualunque sia l’indirizzo e il modello psicologico di formazione scelto dal professionista. I risultati delle ricerche evidenziano che la CBT (Cognitive-Behaviour Therapy), cioè la terapia cognitivo comportamentale, è utile per affrontare i sintomi, tanto quanto la psicoterapia psicoanalitica, ma la sua efficacia diminuisce con il passare del tempo. Un risultato interessante evidenziato dagli studi a lungo termine è quello che viene chiamato “sleep effect” della psicoterapia psicoanalitica ovvero un incremento dei benefici dopo la fine del trattamento. Questo spiega perché gli psicoterapeuti quando scelgono una psicoterapia per se stessi optano per la psicoterapia psicoanalitica.
Occorre ricordare che già Freud aveva consigliato non solo questo percorso, ma anche di ripeterlo perché la mente, essendo esposta agli eventi della vita e a quelli della nostra professione, necessita di fare dei “tagliandi” per verificare la buona condizione e la continua espansione della “borsa dei suoi attrezzi”.
SUPERVISIONE E MANUTENZIONE DELLA MENTE
Lo psicologo e lo psicoterapeuta dovrebbero non smettere mai di farsi questa domanda: “Di cosa ha bisogno la mia mente per rimanere viva e capace di accogliere realtà nuove?”.
Tra i numerosi strumenti che conducono allo sviluppo della capacità di pensare, sentire e trasformare le emozioni grezze da cui tutto prende avvio, sicuramente la supervisione è tra quelli che maggiormente incidono sulla creatività della mente.
Esistono diversi tipi di supervisione: individuale, di gruppo, clinica o esperienziale. Con quest’ultimo termine mi riferisco a quegli esercizi volti a oliare, lubrificare, ridare fluidità e recuperare creatività alla mente del professionista talvolta occlusa o arrugginita.
Bibliografia:
- Mark Solms, Ph.D. – The Scientific Standing of (Neuro)psychoanalysis -Bjpsych International volume 15 number 1 february 2018
- Steinert C., Munder T., Rabung S., Hoyer J. & Leichsenring F. (2017). Psychodynamic Therapy: As Efficacious as Other Empirically Supported Treatments? A Meta-Analysis Testing Equivalence of Outcomes. Am J Psychiatr, doi: 10.1176/appi.ajp.2017.17010057
- Shedler J. (2010) The efficacy of psychodynamic psychotherapy. Am Psychol, 65, 98–109.
- Thomas H. Ogden – Sulla supervisione psicoanalitica in Riscoprire la psicoanalisi CIS Editore 2009
- M. Collovà – Manutenzione della mente in AA.VV. Psicoanalisi Oggi – Carrocci Editore 2013
- A. Ferro, F. Mazzacani, E. Varrani – Nel gioco analitico – Mimesis 2015