È giusto lasciar credere ai bambini che esiste Babbo Natale? Perderanno la fiducia nel papà o nella mamma quando scopriranno la verità? Come dire la verità affinché non rimangano troppo delusi? Queste sono alcune domande che i genitori si pongono mentre preparano i doni per i loro bambini. Tralasciando l’aspetto commerciale, Babbo Natale è un mito e ascolta il cuore dei piccoli.
Il potere dell’immaginazione – I genitori non devono avere paura di ingannare i bambini o di farli diventare dei creduloni perché, anche i bambini molto piccoli sono in grado di distinguere tra immaginazione e realtà. Quando i piccoli “fanno finta di”, si esercitano a figurarsi modi alternativi in cui – la realtà potrebbe essere – e si “allenano” ad affrontarla.
Durante un incontro di gruppo per genitori, aperto il tema – Babbo Natale -, un papà con un sorriso sornione domanda: “Di cosa state parlando? Volete forse dire che Babbo Natale non esiste?”. Gli altri partecipanti sorridono divertiti.
Molti adulti amano Babbo Natale, a loro piace ascoltare i desideri dei bambini e adorano vedere la felicità o la sorpresa nei loro occhi quando aprono i regali. In fondo questi genitori condividono la gioia del bambino che vede realizzati i suoi sogni e in quell’ attimo entrano emotivamente in contatto anche con il bambino che sono stati.
I sentimenti e le emozioni che accompagnano l’esperienza natalizia di Santa Claus sono verità emotive che i bambini condividono con gli adulti. I piccoli possono ancora sognare di vedere realizzati i loro desideri e i grandi li accompagnano nel percorso della scoperta della realtà.
Babbo Natale appartiene alla sfera dell’immaginario, è un mito non una menzogna.
In fondo potremmo dire che Babbo Natale è un “personaggio” (nella moderna psicoanalisi il personaggio è inteso come narrante una dimensione emotiva) che rappresenta la realizzazione dei desideri, per questo il papà dell’esempio sopra riportato rimaneva scherzosamente ancorato a Babbo Natale.
Due ricercatori hanno indagato in uno studio la reazione di un campione di bambini alla scoperta della verità. Nella maggior parte dei casi se ne sono resi conto da soli, e la maggior parte ha espresso sentimenti positivi dopo la rivelazione. O, se piccolo dispiacere c’è stato, è stato comunque di breve durata. A mostrare sentimenti di tristezza e nostalgia sono stati invece i genitori.
Occorre che i genitori maneggino con cura i regali di Babbo Natale perché sono emotivamente preziosi: sarebbe bene che non fossero soggetti a minacce o confisca, appartengono al bambino. Meglio giungere ad una condivisione della gestione del gioco, se necessario.
E importante che i genitori siano attenti ai segnali dei loro figli quando iniziano a scoprire la natura di Babbo Natale.
Il giorno che il bambino comincerà a manifestare dubbi e sospetti, meglio non fare” rivelazioni”, ma lasciare che la verità venga scoperta gradualmente dai bambini stessi, magari seminando qualche indizio utile alle loro indagini. Se ci arrivano da soli, sarà per loro un piccolo traguardo, un benvenuto nel mondo dei grandi.
Se è necessario si può spiegar loro la differenza tra mito e persona vivente. Talvolta quando i bambini incontrano Babbo Natale in un negozio pongono la domanda “Ma, è quello vero?”. I genitori potranno rispondere: “È un signore travestito da Babbo Natale. Quello vero, non si sa.” Gradualmente, rispettando le domande del piccolo potranno aggiungere: “Il Babbo Natale vero non mangia, non dorme, non ha mai avuto la mamma e nemmeno il papà. Non è mai nato e non è mai morto, ma esiste da tantissimo tempo. È un personaggio immaginario”. Se i genitori staranno attenti al percorso di ricerca del bambino e lo accompagneranno nella scoperta del mito il piccolo non si sentirà tradito e continuerà ad amare Babbo Natale e i propri sogni, anche da adulto.
Alcuni studi sull’argomento
The truth about Santa
https://roomfordebate.blogs.nytimes.com/2009/12/22/the-truth-about-santa
Encounter with reality: Childrean’s reactions on discovering the Sanat Claus myth
https://link.springer.com/article/10.1007
Maurizio Collovà: Il Personaggio in psicoanalisi (articolo SPI)