Mi è capitato che a volte qualcuno mi abbia chiesto a cosa mi serva il gruppo genitori. Non sono riuscita a spiegarlo meglio di così: Miska (la dott.ssa Zanetti) è, per me, come una lampadina. Mi aiuta a fare un po’ di luce dentro di me dove c’è molto buio. A poco a poco divento così più in grado di capire, mettere un po’ d’ordine nel groviglio e, qualche volta, a sciogliere anche qualche nodo. Quando parlo di capire non intendo capire con la testa, intellettualmente, ma capire ad un livello più profondo, con lo stomaco diciamo. Un livello di comprensione che è capace di generare movimento, cambiamento. La dottoressa non fa mai il lavoro al posto tuo, non può, nessuno può. Si limita a fare luce perché tu possa gradualmente inoltrarti nella tua intricata foresta dove non arriva la luce del sole. Non è un lavoro facile e veloce ma un processo lento e non sempre lineare. Ci sono faticosi avanzamenti, arresti, deviazioni, ripiegamenti anche, a volte. L’importante è che, anche se la strada non è sempre rettilinea, la direzione di fondo non venga smarrita. La luce serve anche a questo, come un faro.Tutto ciò è molto diverso dai proclami, dalle ricette, dalle asserzioni sicure, valide per tutti e una volta per tutte, che vengono dalle lezioni cattedratiche, siano esse impartite da un palco o da una pagina. Credo di poterlo dire con cognizione di causa perché sono stata una vorace consumatrice di questo genere di prodotti finché ho capito che non mi portavano da nessuna parte. La comprensione intellettuale di una qualsivoglia teoria può forse sedare momentaneamente l’ansia ma non può, a mio parere, generare cambiamento. Il cambiamento, per dirlo in modo caro alla dottoressa, sta solo dentro un processo. E mi sento di aggiungere che un processo reale di cambiamento è per sua natura lento, richiede metabolizzazione. Per esemplificare, non sarebbe affatto la stessa cosa fare una full immersion di otto ore in una sola giornata al posto di incontrarsi un’ora alla settimana per due mesi.Mi sono dilungata troppo ma vorrei dire ancora un’ultima cosa. La dimensione del piccolo gruppo, rispetto a quella individuale col terapeuta, è forse più lunga ancora, ma permette di modulare il nostro livello di coinvolgimento e adattarlo a quanto siamo disposti a mettere in gioco nel momento preciso. Rispetto ad una classica terapia individuale questa formula è, a mio parere, più “leggera” e affrontabile da parte di tutti.
Susanna Maestri