Dostoevskij narra come l’amicizia può diventare il terreno di confronto con il proprio “doppio”, ovvero il confronto con le parti oscure di sé. Nel racconto – Il passato è una terra straniera – Gianrico Carofiglio narra i turbamenti che vive il giovane protagonista Giorgio nell’amicizia con Francesco. Il suo alter ego, il compagno di fantasie, di desideri obliqui e riprovevoli. Ne rimane sconvolto, ma non soccombe e ritrova se stesso.
Accade inoltre, con maggior frequenza tra le ragazze, che si instaurino rapporti amicali di tipo simbiotico: “amiche per la pelle”. Relazioni esclusive, che si rivelano presto ostacolo per altre esperienze. Oppure la situazione opposta, ovvero la sindrome del guscio. Questa è costituita da una doppia attitudine: quella di costruirsi una scorza e chiudersi dentro, abbozzolarsi. Le conseguenze sono immaginabili: riduzione dei rapporti. Il restringimento delle opportunità relazionali vengono indirizzate a un unico fine: il perseguimento di interessi circoscritti e legati al momento. A quest’ultima categoria appartengono molte delle dipendenze dalle nuove tecnologie, ma anche l’involutivo isolamento sociale di alcuni adulti e anziani.