Come le emozioni condizionano i ricordi, le relazioni e la costruzione della personalità
Ognuno di noi può aver fatto l’esperienza di ricordare un avvenimento insieme ad un amico o ad una persona cara ed accorgersi che il ricordo dell’altro non coincide con il proprio. Magari la stessa gita al mare che noi ricordiamo come piacevole, non è nel ricordo dell’altro rappresentata come un’esperienza altrettanto gradevole.
Queste differenze quando riguardano la quotidianità possono diventare importanti per la gestione delle relazioni e dei conflitti sia nella vita privata che nel lavoro.
All’avvio dell’ennesimo anno di un ciclo di incontri dedicato ai genitori ho chiesto ai partecipanti di programmare i turni di presentazione della propria tematica. Di fronte a questa mia richiesta sono emersi ricordi differenti. Alcuni ritenevano che anche gli anni passati avevamo proceduto nello stesso modo, altri ritenevano che avessimo programmato solo una parte del ciclo di incontri ed infine altri ancora ricordavano un metodo misto. Insomma nel gruppo composto da 9 persone erano presenti almeno tre differenti ricordi dello stesso episodio.
Le emozioni che sono associate ad una esperienza modellano il nostro ricordo fino, alcune volte a tradirci ovvero a portarci ad immagazzinare ricordi molto diversi dalla realtà oggettiva. Nelle relazioni di coppia molto spesso le emozioni associate alla medesima vita quotidiana generano stati d’animo differenti, quindi ricordi diversi che possono portare a piccoli fraintendimenti oppure, con il trascorrere del tempo a più significative incomprensioni.
È molto importante in tutte le relazioni sociali o familiari ed in particolare nei rapporti con i bambini ricordarsi di quanto siano importanti le emozioni che suscita una situazione. Non è solo importante la qualità dell’emozione: gioia, tristezza, paura e così via, ma anche la quota di emozione che il bambino deve sostenere.
Nel film di fantascienza “Final cut” un chip viene impiantato nel cervello al momento della nascita ed è in grado di registrare tutto quanto accade durante la vita del soggetto che ne è portatore. Alla sua morte tutto il film girato viene estratto dal chip ed editato da uno specialista perché possa essere mostrato ad amici e familiari dopo il funerale dello scomparso. Il protagonista principale, interpretato da Robin Wiliams, riesce a trovare il modo di rivedere cosa ha registrato il chip collegato ai suoi occhi quando era bambino e confrontarlo con il ricordo “emotivo” che ha portato con sé tutta la vita.
Il “film” che portiamo con noi, che “montiamo” ogni giorno, contribuisce alla costruzione della nostra personalità, all’umore delle nostre giornate, alla dinamica delle nostre relazioni ed è il prodotto degli avvenimenti accaduti e delle emozioni ad essi associate.
Buoni ricordi!
Bibliografia utilizzata
Mancia M., 2004, Sentire le parole. Bollati Boringhieri
LeDeux J., 2016, Ansia – Come il cervello ci aiuta a capirla. Raffaello Cortina Editore
Damasio A. R., 2003, Emozione e coscienza. Adelfi