Autore: Oliver Sacks
Editore: Adelphi
Anno: 2016
Nel bene e nel male, io sono un narratore di storie. Ho il sospetto che un’inclinazione per le storie, per la narrazione, sia una disposizione umana universale, che va di pari passo con le nostre facoltà di linguaggio, con la coscienza di sé e con la memoria autobiografica”
pag 397
Oliver Sacks (1933- 2015) è stato un neurologo e psichiatra, autore di numerosi libri che hanno come soggetto persone con disturbi neurologici, ma anche esperienze psicologiche vissute dallo stesso Sacks.
In movimento è la sua autobiografia pubblicata dalla casa editrice Adelfi nel 2016, pochi mesi dopo la morte di Sacks, è un viaggio dentro la vita dello scienziato, ma anche nelle emozioni e nei sentimenti che accompagnano il suo percorso professionale e umano. Un gesto di grande generosità condividere gli aspetti più intimi degli ultimi anni della sua vita. Offre inoltre uno spaccato storico e sociale della società inglese e americana difronte al disturbo neuropsicologico.
Il titolo – In Movimento – (On the move: a life in inglese) anticipa il continuo movimento, la persistente ricerca nel campo delle neuroscienze e anche in altri ambiti del sapere (chimica, fisica, antropologia), ma soprattutto la capacità di vivere le relazioni in un continuo cambiamento, sia nella vita privata sia in quella professionale. Ricerca che O. Sacks ha narrato nei suoi numerosi racconti.
La lettura dell’autobiografia è coinvolgente e appassionante sia dal punto di vista scientifico che umano. In particolare Sacks racconta con parole semplici e chiare i moderni sviluppi delle neuroscienze. In particolare il concetto di plasticità neuronale, ovvero della capacità delle cellule della corteccia cerebrale di cambiare funzione, scoperta che ha rivoluzionato la concezione del cervello e della psiche.
Tradizionalmente si riteneva che ciascuna parte della corteccia cerebrale fosse pre-assegnata a particolari funzioni sensoriali o di altro tipo. L’idea che porzioni di corteccia potessero essere ridestinate ad altre funzioni suggeriva la possibilità che la corteccia stessa fosse molto più plastica, e molto meno programmata, di quanto si credesse in precedenza.”
pag 280
Queste scoperte delle neuroscienze dialogano ora con la psicologia del profondo e la psicoanalisi, mostrando come e quando è possibile intervenire sui disturbi psicologici e non sono neurologici. In particolare la plasticità cerebrale è maggiore nei bambini e nei giovani che possono beneficiare più rapidamente dei cambiamenti nel loro contesto affettivo e relazionale.
Oliver Sacks descrive l’importanza nella sua vita di annotare pensieri ed emozioni, di raccontare storie e scrivere romanzi. In linea con i moderni studi della psicoanalisi coglie la potenza trasformativa e terapeutica della capacità narrativa della mente umana.